L’amministrazione Del Ghingaro, durante le calure estive e senza un reale confronto pubblico né commissioni consiliari, dopo aver avuto a disposizione quasi dieci anni, ha adottato in tutta fretta il nuovo Piano Strutturale. Si è vantata di aver affidato l’incarico non a uno studio toscano ma al noto architetto Boeri, che però ha prodotto un piano di scarsa qualità, privo di innovazione e con diversi elementi fortemente discutibili. Aspetti che, senza dubbio, incontreranno molti ostacoli durante l’iter di approvazione.
La possibilità per cittadini, associazioni, imprese e partiti di presentare osservazioni al Piano Strutturale adottato scadrà il 12 ottobre prossimo. La sensazione è che l’amministrazione – in primis attraverso l’assessore Pierucci – tema questo passaggio, quando invece la partecipazione al processo di formazione di uno strumento urbanistico dovrebbe alimentarsi proprio dei contributi e delle istanze della città.
Sebbene il Piano Strutturale, per definizione, non sia uno strumento conformativo, quello proposto dall’amministrazione Del Ghingaro – Pierucci sembra già indicare in modo chiaro dove avverranno le trasformazioni e le nuove edificazioni, che invece dovrebbero essere definite solo in sede di Piano Operativo. Al tempo stesso, non viene specificato quanto del dimensionamento previsto possa essere effettivamente pianificato nel primo Piano Operativo: una scelta discutibile e senza precedenti.
Non appare inoltre chiaro come sia stata giustificata una crescita della popolazione nei prossimi anni, a fronte della evidente decrescita demografica che il Comune di Viareggio ha subito nell’ultimo decennio. Non è comprensibile, inoltre, come si possa sostenere che in tutto il territorio siano ammesse altezze fino a 15 metri, confondendo esigenze produttive con situazioni completamente diverse come l’edilizia abitativa.
Particolarmente problematica e difficilmente attuabile appare la proposta di edificare capannoni destinati soprattutto alla nautica con altezze necessarie allo sviluppo industriale: una previsione che rischia di rimanere sulla carta e che, al contrario, potrebbe arrecare danno alle imprese del settore. Inoltre, gli imprenditori e i proprietari di immobili sono consapevoli che per le nuove trasformazioni e riconversioni dovranno essere cedute aree fino al 50% della superficie di proprietà?
Questi sono solo alcuni degli aspetti che richiederebbero correzioni, nuove valutazioni e una diversa impostazione. Temi che potrebbero essere affrontati proprio grazie alle osservazioni dei cittadini e attraverso incontri pubblici di approfondimento che l’amministrazione avrebbe dovuto programmare.
La città ha bisogno di più tempo per discutere, approfondire e sedimentare scelte così importanti. Per questo chiediamo all’amministrazione di prorogare i termini per la presentazione delle osservazioni. Non per ostruzionismo o per boicottare il percorso – e certamente non perché non siamo in grado di formulare le nostre osservazioni, che presenteremo comunque – ma per tutelare il futuro della città. La fretta e le velleità elettorali, in casi come questi, sono cattivi consiglieri e rischiano di produrre errori difficilmente rimediabili.