Abbiamo atteso 48 ore nella speranza di leggere o sentire un sussulto dalle fila della maggioranza, eppure, anche questa volta, restiamo delusi nonostante la notizia del sostegno di Fratelli d’Italia all’amministrazione di Viareggio.
Che il cosiddetto “civismo” di Giorgio Del Ghingaro non fosse altro che una comoda maschera lo sapevamo da tempo, ma ora che siamo alla fine del suo mandato quella maschera è definitivamente caduta, rivelando un indirizzo politico portato avanti da anni: una collocazione politica a destra.
Basta osservare i fatti e avere un po’ di memoria: l’approccio istituzionale di Del Ghingaro si è sempre caratterizzato per uno scontro con il centrosinistra e il Partito Democratico, in Comune, in Provincia, in Regione, costanti e sistematici. Ha poi sostenuto la destra a Lucca con l’elezione di Mario Pardini, aiutandolo anche durante le elezioni provinciali e cercando in queste elezioni regionali, dapprima una propria candidatura a Presidente e poi - realizzando l’inconsistenza del progetto - provando ad avere spazi con il candidato del centrodestra, Tomasi.
A rafforzare questo profilo ci sono le tensioni con i sindacati, l’indifferenza verso le realtà associative cittadine e il confronto con i cittadini, il disinteresse pressoché totale per i temi ambientali e sociali con scontri continui con l’ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli e le politiche sanitarie comprensoriali. Non un inciampo, non una svista, ma una precisa linea politica: autoritaria nei modi, elitaria nelle scelte, distante dai bisogni reali delle persone.
Sorprende ancora una volta il silenzio tombale della giunta e della maggioranza, di chi si dichiara sostenitore del centrosinistra e del Presidente Giani ma accetta in silenzio la saldatura tra il Sindaco e Fratelli d’Italia. Il nuovo “mantra”, la nuova scusa in realtà, di assessori e consiglieri è espressa dalla formula “lo facciamo perché siamo responsabili”. Ma sull’altare di una presunta responsabilità si stanno sacrificando valori personali e politici, accettando passivamente che tutto ciò vada a favore di un’unica persona e non di una città.
Alla fine di questo ciclo amministrativo, resta solo una certezza: il “civismo” di Del Ghingaro era solo un travestimento e oggi fa rima solo con “cinismo”. Sotto quel vestito, c’è sempre stata, e oggi più che mai c’è, una visione chiusa e orientata a destra.